Cosa Succede Dopo l’Impugnazione di un Licenziamento

Dopo l’impugnazione del licenziamento si apre una battaglia legale cruciale che può portare al reintegro, risarcimento o nuove trattative decisive.


Dopo l’impugnazione di un licenziamento, si avvia un iter giudiziario volto a valutare la legittimità della decisione del datore di lavoro. L’impugnazione rappresenta infatti un atto formale con cui il lavoratore contesta il licenziamento ritenendolo illegittimo o ingiustificato, e dà avvio a una procedura che può sfociare in un accordo, in un reintegro o in un risarcimento del danno.

Questo articolo approfondirà le fasi successive all’impugnazione, illustrando i passaggi fondamentali che compongono il procedimento giudiziario, le tempistiche da rispettare, e quali sono le possibili soluzioni o esiti a cui si può arrivare, fornendo così una guida chiara e completa per orientarsi nel processo di tutela legale del lavoratore licenziato.

Le Fasi Successive all’Impugnazione del Licenziamento

Una volta presentato il ricorso, generalmente entro 60 giorni dalla ricezione della lettera di licenziamento, si svolgono le seguenti fasi:

  1. Convocazione delle parti: il giudice fissa un’udienza di conciliazione obbligatoria, in cui si cerca un accordo tra lavoratore e datore di lavoro.
  2. Udienza di comparizione: se non si raggiunge un accordo, il procedimento prosegue con l’udienza vera e propria durante la quale vengono esaminati gli elementi di prova.
  3. Decisione del giudice: dopo aver valutato la legittimità e la giustificazione del licenziamento, il giudice emette una sentenza che può confermare, annullare o modificare il licenziamento.

Tempistiche e Ricorso

È fondamentale rispettare il termine di 60 giorni dalla data di ricezione del licenziamento per impugnare il provvedimento tramite ricorso al Giudice del Lavoro. Entro 180 giorni dall’impugnazione, il giudice dovrebbe emettere la sentenza, salvo proroghe o sospensioni.

Possibili Esiti dell’Impugnazione

  • Reintegro del lavoratore: in caso di licenziamento illegittimo, soprattutto se discriminatorio o nullo, il lavoratore può essere reintegrato nel posto di lavoro.
  • Indennizzo economico: in alternativa o in aggiunta al reintegro, può essere riconosciuto un risarcimento del danno, variabile in base alla normativa vigente e alla tipologia di licenziamento.
  • Conferma del licenziamento: se il giudice ritiene legittimo il licenziamento, questo viene confermato e non si ha diritto a reintegro o risarcimento.

Procedure e Tempistiche della Fase di Conciliazione e Tentativo di Reintegra

Quando si parla di impugnazione di un licenziamento, una delle tappe fondamentali è sicuramente la fase di conciliazione e il tentativo di reintegra. Questa fase rappresenta un momento cruciale in cui lavoratore e datore di lavoro hanno la possibilità di trovare un accordo prima di procedere con vie giudiziarie più complesse.

La Conciliazione: cos’è e come funziona

La conciliazione è un processo extragiudiziale finalizzato a risolvere la controversia in modo rapido e meno conflittuale. Il lavoratore impugna il licenziamento notificando l’intento di voler ricorrere, dopodiché si attiva una convocazione presso il Centro per l’Impiego o un organismo di conciliazione riconosciuto.

  • Scopo: cercare un accordo che possa prevedere una reintegrazione, un indennizzo economico o altre forme di risarcimento.
  • Partecipanti: lavoratore, datore di lavoro e, spesso, un mediatore o funzionario incaricato.
  • Durata: la procedura di conciliazione deve essere avviata entro 60 giorni dalla contestazione scritta del licenziamento.

Tempistiche chiave della Fase di Conciliazione e Tentativo di Reintegra

FaseDescrizioneTempistica
ImpugnazioneInvio della comunicazione di impugnazione del licenziamentoEntro 60 giorni dalla ricezione della lettera di licenziamento
Convocazione ConciliazioneConvocazione presso il Centro per l’Impiego o organismo competenteDi norma entro 30 giorni dall’impugnazione
Tentativo di ConciliazioneIncontro finalizzato alla ricerca di un accordo tra le partiIn genere una o due sedute, massimo 60 giorni

Il Tentativo di Reintegra: quando è possibile

Se la conciliazione non raggiunge un accordo, si può procedere con la richiesta di reintegra nel posto di lavoro. La reintegra è uno strumento previsto solo in casi specifici, come per esempio per licenziamenti discriminatori o nulli.

In questi casi, l’ordinamento giuridico tutela il lavoratore imponendo il ripristino del rapporto di lavoro, con il riconoscimento di tutti i diritti economici non percepiti durante la sospensione.

Consigli pratici per affrontare la fase di conciliazione

  1. Prepararsi con attenzione: raccogliere tutte le prove documentali (contratti, comunicazioni, buste paga).
  2. Considerare una consulenza legale: un avvocato del lavoro può aiutare a valutare la migliore strategia da adottare.
  3. Essere realistici e aperti al dialogo: la fase conciliativa spesso porta a soluzioni vantaggiose senza dover affrontare lunghe e costose cause.

Ricordiamo che circa il 60% delle controversie lavorative si risolvono proprio in questa fase, evidenziando l’efficacia della conciliazione come strumento di tutela e prevenzione.

Domande frequenti

Che cos’è l’impugnazione di un licenziamento?

L’impugnazione è la procedura con cui un lavoratore contesta la legittimità del proprio licenziamento, chiedendo la reintegrazione o il risarcimento.

Quali sono i termini per impugnare un licenziamento?

Il lavoratore deve impugnare il licenziamento entro 60 giorni dalla ricezione della lettera di licenziamento.

Cosa succede dopo aver impugnato un licenziamento?

Il datore di lavoro viene chiamato a giustificare il licenziamento; se la contestazione è fondata, il giudice può ordinare la reintegrazione o il risarcimento.

Quanto tempo richiede la procedura di impugnazione?

La durata varia, ma in media può durare da alcuni mesi fino a diversi anni, a seconda della complessità del caso.

È possibile raggiungere un accordo prima del giudizio?

Sì, spesso le parti possono trovare un accordo tramite conciliazione o mediazione per evitare un lungo processo.

FaseDescrizioneTempo stimato
ImpugnazioneInvio del ricorso al giudice entro 60 giorniEntro 2 mesi dal licenziamento
Definizione della controversiaAudizioni, raccolta prove e mediazioneDa 3 a 12 mesi
SentenzaDecisione del giudice sulla legittimità del licenziamentoVariabile, spesso entro 1 anno
EsecuzioneReintegrazione o pagamento del risarcimentoDipende dall’esito e da eventuali appelli

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